Alla base della nostra filosofia c’è una riflessione profonda: negli ultimi anni a causa dei tagli della spesa e del personale si è palesata la sempre maggiore difficoltà del Servizio Sanitario Nazionale nel far fronte alla mole di richieste di aiuto da parte dei cittadini.

Numerose ricerche evidenziano che una consistente percentuale della popolazione italiana soffre di un disagio psicologico.

Parallelamente a ciò si assiste ad un aumento dei tempi di attesa per poter accedere ad una risposta di tipo professionale da parte dei servizi pubblici, che non sempre riescono quindi a far fronte alla crescente richiesta d’aiuto dei cittadini. La tendenza conseguente è quella di rivolgersi al privato ma una psicoterapia in ambito privato ha costi elevati che rendono tale spesa difficile da affrontare e dunque accessibile solo a pochi.

Molto spesso tale scelta è accompagnata da una dose di disorientamento che porta spesso il cittadino a chiedere aiuto solo nei casi ormai giunti ad un livello di criticità profonda.

La stessa OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) fornisce linee guide per affrontare problematiche legate alla salute mentale dei cittadini facendo riferimento al concetto di promozione del benessere psicologico. Il percorso da intraprendere si dovrebbe muovere su due binari paralleli: da una parte facilitare l’accesso del cittadino ai servizi di cura e sostegno alla persona e dall’altra impegnarsi in un’opera di sensibilizzazione della cittadinanza riguardo a tematiche centrali per la promozione della salute per contrastare i pregiudizi nei confronti dell’aiuto psicologico/psichiatrico.

Diverse sperimentazioni e realtà sul territorio italiano ed europeo portano interessanti riflessioni nel campo dell’innovazione sociale nell’ambito della salute mentale. Tali considerazioni sono state lo spunto da cui ha preso corpo la nostra iniziativa.

Innanzitutto l’importanza di poter intercettare il prima possibile il cittadino che sta vivendo un particolare momento di difficoltà (legata al ciclo di vita, eventi circostanziali: lutti malattia, licenziamenti ecc.) o che presenta un disturbo psicopatologico per offrire un aiuto immediato per limitare una degenerazione della sofferenza e/o una sua strutturazione e cronicizzazione.

Ricordiamo lo studio del professor Solano di Roma sulla collaborazione tra psicologi e medici di base come tentativo di poter intercettare già nei primi colloqui dal medico di base la sofferenza psicologica portata dal paziente. I risultati di questa esperienza mostrano un migliorato della qualità di vita e una riduzione della somministrazione di farmaci da parte dei medici di base.

Secondo la nostra filosofia, diviene fondamentale prendersi cura della persona a 360° grazie alla costruzione di una rete multi-professionale con cui sia possibile confrontarsi e collaborare. Con ciò intendiamo il continuo scambio non solo con i medici di base, psichiatri ma anche con enti pubblici (ASL, scuole, servizi socioassistenziali, educativa territoriale) e privato sociale ad es. associazioni di volontariato, liberi professionisti.

Tutto ciò sembra poter avere delle importanti ripercussioni anche a livello di Sistema Sanitario Nazionale. Basti pensare alla diminuzione di accessi impropri al pronto soccorso, le richieste inappropriate di esami di laboratorio e strumentali e l’abbattimento dei costi sociali derivanti dalla sofferenza che non viene presa in carico.

Diviene dunque prioritaria un’azione di promozione di contesti capacitanti, ovvero contesti in grado di facilitare gli individui nell’utilizzo delle risorse di cui dispongono. In altri termini l’obiettivo di un percorso psicologico nella nostra filosofia non sarà dunque più quello adattivo, in cui lo psicologo aiuta il paziente ad adattarsi alla società, al contrario sarà quello di contribuire al cambiamento della società perché questa possa meglio rispondere ai bisogni della popolazione.


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