Anoressia

Bulimia

Alimentazione incontrollata

L’anoressia nervosa, o più comunemente anoressia, è una delle più importanti patologie dei disturbi dell’alimentazione.

Ciò che contraddistingue l’anoressia nervosa è il rifiuto del cibo dal parte della persona e la paura ossessiva di ingrassare. E’ un disturbo che coinvolge, nella sua evoluzione, funzioni psicologiche, neuroendocrine, ormonali e metaboliche. 

I criteri diagnostici che indicano la presenza di tale disturbo sono i seguenti:

  • una magrezza estrema (non costituzionale ma volontaria), con rifiuto di mantenere il peso al di sopra di una soglia minima ritenuta normale;
  • una forte paura di ingrassare anche in presenza di evidente sottopeso (secondo il calcolo dell’Indice di Massa Corporea BMI)
  • una preoccupazione estrema per il peso e l’aspetto fisico, che includa sia un’alterazione del vissuto corporeo, sia un’importanza eccessiva data al peso a scapito dell’autostima; o ancora il rifiuto di ammettere la gravità delle proprie condizioni fisiologiche; il non essere soddisfatti del proprio corpo (costituisce il fattore di rischio più elevato).

Sebbene questi siano i criteri diagnostici necessari per una diagnosi realistica di questa patologia, appartenente ai disturbi dell’alimentazione, è importante specificare qualche punto:

La perdita del peso diventa significativa quando vi è una diminuizione del 20% del proprio peso in un breve periodo di tempo (3-4 mesi); tale calo ponderale è causato da un’alimentazione estremamente controllata e limitata, da eccessivo esercizio fisico, dall’induzione del vomito o dal forte utilizzo di lassativi. Il paziente può riferire pensieri continui e eccessivi relativi al cibo e all’immagine corporea, un’estrema paura di prendere peso, oltreché una percezione dismorfica del proprio corpo, che lo porta a vedersi come brutto e grasso, anche quando è evidentemente sottopeso. Inoltre, caratteristiche comuni che contraddistinguono le persone affette da anoressia nervosa sono: alto livello di perfezionismo, iperattività, mancata consapevolezza della malattia e dismenorrea (nel caso di donne).

Il corpo è vissuto da queste persone come un nemico contro cui combattere, i cui bisogni non vengono avvertiti. Il controllo del peso è ciò che garantisce una sensazione di autonomia e indipendenza e questo implica, spesso, comportamenti alimentari ritualizzati, preferenza per cibi e bevande dal basso apporto calorico, di solito limitati, una tendenza ad alimentarsi molto lentamente, e, talvolta, l’incorrere nella finzione e quindi nel masticare a lungo i cibi per poi sputarli via.

A livello sociale vi è una tendenza al ritiro e alla depressione. Il disagio psicologico può infatti esprimersi attraverso l’ansia o la depressione, ma in ogni caso chiama in causa legami e modelli culturali.


La bulimia nervosa è uno dei disturbi dell’alimentazione caratterizzato da un circolo autoperpetuante di preoccupazione per il peso e le forme corporee, dieta ferrea, abbuffate e vomito autoindotto.

Per giungere ad una diagnosi di Bulimia Nervosa devono essere presenti tutti i seguenti criteri:

  • Ricorrenti episodi di crisi bulimiche. Una crisi bulimica è definita dalle seguenti caratteristiche:
    • Introduzione in un definito periodo di tempo (per esempio di due ore), di una quantità di cibo che è decisamente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso periodo e nelle stesse circostanze.
    • Sensazione di perdita di controllo su quello che si mangia durante l’episodio (per esempio la sensazione di non poter smettere di m mangiare o di non poter controllare cosa e quanto si mangia).
  • Presenza di comportamenti inappropriati finalizzati al controllo del peso: vomito autoindotto, uso improprio di lassativi e/o diuretici, digiuno, intensa attività fisica, clisteri.
  • Le crisi bulimiche e i comportamenti per controllare il peso avvengono, in media, almeno due volte alla settimana per tre mesi.
  • Alterazione del modo di vivere il proprio corpo (insoddisfazione per il proprio aspetto, vergogna nel confrontarsi con gli altri, scarsa familiarità con il proprio corpo) e una eccessiva importanza data alla propria figura ed al proprio peso nel determinare la stima di sé. A. Il disturbo non si presenta esclusivamente durante episodi di anoressia nervosa.

Alcune persone pensano di essere bulimiche perché ritengono di mangiare troppo; in realtà la crisi bulimica che è la caratteristica fondamentale della Bulimia Nervosa è uno dei disturbi dell’alimentazione che ha criteri ben precisi e lo “sgarrare” con qualche fetta di dolce o gelato in più non rappresenta certamente una crisi bulimica vera e propria!

La bulimia, così come le gli altri disturbi del comportamento alimentare, coinvolge non solo l’aspetto psicologico della persona, ma nella sua evoluzione sono coinvolti aspetti endocrinologici, funzioni ormonali e metaboliche.

Da un punto di vista psicologico risulta essere la diretta conseguenza dell’intensa preoccupazione per le forme e il peso in soggetti che basano l’autovalutazione personale sulla magrezza è cercare di dimagrire seguendo una dieta caratterizzata da regole molto rigide. La dieta ferrea è la principale responsabile della comparsa delle abbuffate nelle persone che presentano i sintomi della bulimia.
Seguire una dieta rigida in modo perfezionistico porta prima o poi inevitabilmente a compiere piccole trasgressioni che vengono vissute da chi soffre di problemi dell’alimentazione come una irrimediabile perdita di controllo.

Le abbuffate in una prima fase possono dare piacere perché allentano la tensione del dover seguire in modo ferreo la dieta, col passare del tempo determinano però emozioni negative (paura di ingrassare, senso di colpa, vergogna, disgusto) che a loro volta possono innescare nuove abbuffate, alimentando il circolo vizioso che mantiene i sintomi della bulimia.


Il disturbo da alimentazione incontrollata, generalmente noto come binge eating disorder (BED), è uno dei disturbi dell’alimentazione la cui caratteristica principale sono i ricorrenti episodi di abbuffate, almeno una volta a settimana per tre mesi. Le persone che soffrono di questo disturbo si abbuffano, ma non usano in modo regolare comportamenti di compenso come nella bulimia nervosa. Inoltre, non seguono una dieta e tendono a mangiare in eccesso anche al di fuori delle abbuffate, ciò spiega perché nella maggior parte dei casi sia presente una condizione di sovrappeso o di obesità.

Perché possa avvenire una diagnosi del Disturbo da Alimentazione Incontrollata è necessario verificare la presenza dei seguenti criteri diagnostici:

  • Episodi ricorrenti di alimentazione incontrollata. Un episodio di alimentazione incontrollata si caratterizza per la presenza di entrambi i seguenti elementi:
    • Mangiare, in un periodo definito di tempo (per esempio due ore), un quantitativo di cibo che è decisamente maggiore di quello che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso periodo di tempo e nelle stesse circostanze;
    • Sensazione di perdita di controllo su quello che si mangia durante l’episodio (per esempio la sensazione di non poter smettere di mangiare o di non poter controllare cosa e quanto si mangia.
  • Gli episodi di alimentazione incontrollata sono associati con tre (o più) dei seguenti sintomi:
    • mangiare molto più rapidamente del normale;
    • mangiare fino a sentirsi spiacevolmente pieni;
    • mangiare grandi quantità di cibo anche se non ci si sente fisicamente affamati;
    • mangiare da soli a causa dell’imbarazzo per quanto si sta mangiando;
    • sentirsi disgustati verso sé stesso, depressi, o molto in colpa dopo le crisi bulimiche.
  • E’ presente marcato disagio riguardo il mangiare incontrollato.
  • Il comportamento alimentare incontrollato si manifesta, mediamente, almeno per due giorni alla settimana in un periodo di sei mesi.
  • L’alimentazione incontrollata non risulta associata con l’utilizzazione sistematica di comportamenti compensatori inappropriati (per es. uso di lassativi, vomito autoindotto, digiuno o iperattività fisica), e non si verifica esclusivamente in corso di anoressia nervosa o di bulimia nervosa.

L’insorgenza di questo disturbo si colloca di solito nella tarda adolescenza o nella terza decade, anche se vi sono casi in cui le crisi bulimiche fanno la loro apparizione già nell’infanzia.